NO al rinnovo del Memorandum Italia-Libia

Aderiamo alla manifestazione del 14 ottobre alle 17.30 per dire NO al rinnovo del Memorandum Italia-Libia

COMUNICATO

Il 14 ottobre ore 17,30 in Via Cavour (davanti a San Domenico) si terrà un sit in per dire NO al rinnovo del Memorandum Italia-Libia in scadenza il 2 novembre prossimo.

A raccogliere l’appello dell’Assemblea nazionale permanente DIRITTO DI MIGRARE DIRITTO DI RESTARE sono Donne in Nero Ravenna, UDI Ravenna, Casa delle donne, Femminile Maschile Plurale, LIFE onlus, Amnesty International Ravenna.

Da tempo Associazioni, realtà di base, inchieste giornalistiche, ONU e organizzazioni internazionali denunciano la sistematica violazione dei diritti umani dei migranti e delle migranti nei centri libici, dei veri e propri lager, luoghi di violenze, abusi, torture, stupri, schiavitù, prostituzione forzata e uccisioni. Questa situazione disumana va avanti da anni, dagli accordi del 2007, poi perfezionati con un Memorandum di intesa italo-libico tacitamente rinnovato nel 2019, in base al quale L’Italia finanzia la sedicente “Guardia costiera libica” e la fornisce di motovedette e addestramento. Grazie a questi mezzi negli ultimi cinque anni oltre 85.000 persone sono state intercettate in mare e riportate nell’inferno dei lager libici. Fra queste persone la presenza delle donne è in continuo aumento, ma continua a essere invisibile, non considerata nella sua specificità e vulnerabilità dal sistema dell’accoglienza, giuridico, sociale, culturale e mediatico. Le poche ricerche fatte sul tema mostrano che le donne sono le più esposte al rischio della tratta, dello sfruttamento sessuale e lavorativo.

Quasi sempre le migranti fuggono da situazioni difficili nei loro paesi d’origine: guerre, matrimoni forzati, mutilazioni genitali, violenze. Oppure vengono ingannate con false promesse da trafficanti, a volte anche con l’appoggio di familiari. Durante il percorso migratorio le donne, soprattutto quelle che viaggiano da sole, sono in gran parte vittime di violenze, abusi fisici e psicologici. Infatti secondo gli operatori del sistema di accoglienza quasi la totalità delle donne migranti provenienti dall’Africa ha subìto nel viaggio una qualche forma di violenza. La permanenza nei lager libici non fa che aumentare la brutalità degli abusi.

Molte donne, una volta arrivate in Europa, non denunciano gli abusi subiti per vergogna, per mancanza di fiducia nelle autorità o semplicemente perchè non vengono informate sui loro diritti.

Occorre costruire una relazione di fiducia con le donne attraverso la formazione degli operatori dell’accoglienza e la stessa composizione degli staff. E pensare che le stesse ricerche mostrano anche che le donne migranti sono più dotate, rispetto agli uomini migranti, di capacità di resistenza, di innovazione, di fare rete e trovare risorse e soluzioni

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